Sabato, 27 aprile 2024 - ORE:03:16

Pdl, Fiorito torna in libertà

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Era ai domiciliari dal 27 dicembre

È di nuovo un uomo libero. Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl nel Lazio, è stato scarcerato. L’ex sindaco di Anagni potrà dunque lasciare la casa della madre dove viveva da quando lo scorso 27 dicembre era finito ai domiciliari. La prima misura restrittiva, il carcere, aveva raggiunto Fiorito il 2 ottobre scorso, quando è stato arrestato per peculato. Pasqua dunque a casa per l’ex politico accusato di aver utilizzato per fini personali un milione e 400 mila euro, denaro prelevato dalle casse del Partito alla Pisana.

Il giudice dell’udienza preliminare di Roma, Rosalba Liso, ha accolto la richiesta dei difensori dell’ex capogruppo, che da ieri è di nuovo un uomo libero.
Quando gli furono concessi gli arresti domiciliari quattro giorni prima di Capodanno scorso, Fiorito aveva detto che appena sarebbe stato libero e «verrà fuori la verità» sarebbe sceso nuovamente in campo, sarebbe tornato a occuparsi di politica.

Adesso si dovrà decidere sul prossimo giudizio abbreviato

Il gup nella prossima udienza, fissata per l’8 aprile, dovrà pronunciarsi anche in merito alla richiesta di Fiorito di giudizio abbreviato. Il giudice deciderà inoltre se accogliere o meno le richieste di patteggiamento della pena presentate dai difensori di Bruno Galassi e Pierluigi Boschi, componenti della segreteria di Fiorito alla Pisana, imputati nello stesso procedimento.

In base a quanto accertato dalla magistratura, Fiorito complessivamente ha movimentato, nell’arco di due anni, sei milioni di euro per l’attività del gruppo consiliare. Dei sei milioni, quattro milioni sarebbero di soli bonifici: si tratterebbe di 193 movimentazioni bancarie. Di questi, un milione e 380 mila euro sarebbero finiti nei conti personali dell’ex capogruppo, alcuni dei quali in Spagna.

Secondo la procura, inoltre, l’ex sindaco di Anagni ha indirizzato nei conti all’estero circa 350 mila euro mentre poco più di un milione sarebbe stato girato nei conti correnti italiani. I pubblici ministeri romani hanno verificato, dopo avere esaminato i regolamenti regionali, che non corrispondeva al vero che Fiorito avesse diritto a triplicare la propria disponibilità di fondi in base al cumulo delle cariche. In virtù di questa cumulabilità Fiorito percepiva 300 mila euro l’anno, oltre allo stipendio, perché capogruppo e presidente di Commissione alla Regione Lazio.


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