Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:13:39

Attenti a quei due: Monti e Draghi alla Bocconi

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Una mattina a casa propria, senza però scordare gli onerosi impegni romani. Così si potrebbe definire la partecipazione di Mario Monti alla cerimonia, svoltasi proprio durante questa mattinata, per l’inaugurazione dell’anno accademico presso  l’università Bocconi di Milano. E’ in questo istituto, infatti, che l’attuale Presidente del Consiglio ha per lungo tempo svolto le funzioni dapprima di professore, poi di rettore e, infine, di presidente; questa carica è stata poi sospesa temporaneamente, a causa degli incarichi di governo affidatigli da Napolitano un anno fa.

Il Professore, come è spesso nominato semplicemente il premier, non era l’unico invitato d’eccezione: altro super-ospite chiamato a presenziare, anch’egli italiano ma dal ruolo e della fama internazionali, era il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi.

I due “Mario” hanno toccato, com’era prevedibile, vari punti riguardanti la crisi economica che attanaglia soprattutto il Vecchio Continente, sottolineando al contempo i meriti degli uffici che rispettivamente guidano.

Draghi, nell’aula magna dell’ateneo milanese, ha evidenziato il successo delle misure prese proprio dalla Bce per arginare gli effetti della recessione nell’Eurozona:  “L’anno che sta per chiudersi verrà ricordato non solo per gli effetti della crisi del debito e dell’indebolimento dell’economia, ma anche per le risposte che Bce, Unione e Stati hanno preso“.  Ma il presidente dell’Eurotower è andato oltre i dettagli puramente tecnico-settoriali, adatti ad una platea di esperti del mestiere; ha insistito sulla questione della politica, di come la Bce si sia rappportata ad essa. Ha ribadito che l’organo di cui è a capo non può sostituirsi ai governi nazionali, poichè solo ad essi “spetta il compito di ritrovare la credibilità, di dissolvere le incertezze che perdurano sui mercati e i timori dei cittadini”. Successivamente, è arrivata la rassicurazione sull’indipendenza della stessa Bce:  “il fatto che i governi debbano attenersi a determinate condizioni, in realtà, proteggerà la nostra indipendenza: la Bce non si vedrà costretta a intervenire a causa di inadempienze da parte della politica”.

Passaggio interessante anche sull’ auspicabile unione non solo economica, ma soprattutto politica dell’Europa. Un percorso lungo e incerto, a detta dell’ex governatore della Banca d’Italia, ma che sarebbe errato non perseguire con forza.

Draghi ha infine chiuso il discorso con una battuta espressa tempo fa da Tommaso Padoa Schioppa, al fine di ribadire il principio dell’irreversibilità della moneta unica europea. L’emu, l’Unione economica e monetaria, quindi la moneta Euro, è come l’emù, il volatile australiano simile allo struzzo: “nessuno dei due può andare a ritroso”.

A margine della cerimonia ha parlato invece Mario Monti, che ha espresso pareri e commenti su vari argomenti.

L’ex presidente dell’ateneo ha ricordato i propri trascorsi, parlando di un “ forte legame” con l’università Bocconi e salutando “questo prestigioso corpo docente, dal quale mi sento purtroppo molto lontano, seppure temporaneamente”. Fra le righe, quindi, il Presidente del Consiglio ha espresso la propria volontà di non essere coinvolto nel prossimo esecutivo, come alcuni esponenti politici, in primis Casini, auspicherebbero.

Il  nodo del discorso di Monti, però, ha riguardato l’Università e i provvedimenti varati dal suo governo in merito ad essa. Il  passaggio era inevitabile, visto che ci troviamo nel day after, nel giorno che segue le imponenti manifestazioni di protesta contro le misure di austerità, che hanno coinvolto anche i fondi per l’istruzione pubblica, viste non solo in Italia, ma in tutta Europa. Cortei e dimostrazioni che, purtroppo, sono state caratterizzate anche da duri scontri avvenuti fra polizia e manifestanti.

“L’attività di governo, in questo momento di grave difficoltà, che non è ancora superato ma che è in corso di superamento, è un’attività rivolta ai giovani. L’università”, ha proseguito il premier, “è un punto fondamentale per lo sviluppo e per la crescita del Paese. Il governo che presiedo sente molto l’importanza per l’università e voglio testimoniare il fatto che pur in una fase di grande difficoltà affrontata dal paese quest’anno, la considerazione del Capo dello stato, del Governo e del parlamento” verso la formazione e la ricerca “è stata una considerazione molto forte”. Anche il mondo dell’istruzione e dell’università, ha aggiunto Monti, vivono una “fase di travaglio” e necessitano di “riforme importanti”.

Il Presidente del Consiglio ha chiuso l’incontro rivolgendosi direttamente ai giovani: “In questo momento mi sento ancora più vicino agli studenti di quando convivevo con loro perché sento che l’attività di governoè un’attività essenzialmente rivolta ai giovani”. Prima di recarsi a pranzo con gli ex e, probabilmente, futuri colleghi professori, Monti ha poi dichiarato che “dobbiamo contare sul loro contributo, metterli in grado di dare il loro contributo, dobbiamo fare in modo che abbiano il coraggio di darlo, che siano abbastanza irriverenti nei confronti di ciò che dal passato hanno ricevuto, che abbiano molte esigenze nei confronti del sistema e delle generazioni che li hanno preceduti ma che siano” – ha concluso – “al tempo stesso disposti grandemente a mettersi in gioco e a dare un contributo di fiducia al loro Paese”.


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