Mercoledi, 12 marzo 2025 - ORE:16:51

Governo Letta: giuramento macchiato di sangue

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Questa mattina si sono sovrapposti due fatti che segneranno il clima politico della prossima fase. Il giuramento del nuovo governo, presieduto da Enrico Letta e una sparatoria davanti a palazzo Chigi, nel pieno centro di Roma, proprio davanti al palazzo del governo.

Attentato? a chi?

I primi commenti su quello che viene chiamato “attentato” (ma a chi?) colpevolizzano chi in questi giorni si è opposto all’inciucio politico istituzionale tra centrodestra e centrosinistra. La destra fascista di Alemanno, La Russa e Gasparri non ha tardato ad ascrivere l’episodio al clima di intolleranza contro il ceto politico che è stato montato in questo ultimo periodo in particolare dal Movimento 5 Stelle. Il presidente del Senato Pietro Grasso è stato chiaro sulle implicazioni politiche: occorre “mantenere la calma e avviare un periodo di coesione sociale”.

Mentre i giornalisti si buttano sulla vicenda ansiosi di capire se si tratta del gesto di un disperato o di un folle (o di un folle disperato?), ci sembra invece utile capire a chi giova un gesto del genere e quali funesti sviluppi annuncia?

Per capirlo basta spostare l’attenzione all’altro fatto del giorno, avvenuto a pochi metri dalla sparatoria: il giuramento del governo Letta. Quello che nasce oggi è un governo antipopolare, nel segno dell’accordo politico non più mascherato dai “tecnici” tra centrodestra berlusconiano e il centrosinistra egemonizzato dal Partito Democratico (SEL promette una “opposizione responsabile”, cioè complice della macelleria sociale che questo governo è chiamato a fare). Con buona pace degli elettori chiamati a votare per mandare a casa il Caimano Berlusconi una volta per tutte, ancora una volta illusi dalla retorica pre-elettorale dei dirigenti e candidati del PD.

Un governo spaventosamente antipopolare

E’ un governo antipopolare anche perché risponde alle domande confuse di rinnovamento politico che si sono espresse in questa stagione, con l’asserragliamento dei partiti politici che hanno già sostenuto il governo Monti e che sono usciti sconfitti dalle elezioni, in una nuova alleanza esattamente degli stessi soggetti.


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