Mercoledi, 12 marzo 2025 - ORE:12:07

Ecco i segreti interni del Pd

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L’intesa tra Bersani e Renzi non è (solo) un’operazione di immagine e di potere, e non è (solo) una mossa mediatica in vista del futuro del Partito Democratico. Il Pd non ha saputo tutelare il premio di maggioranza e ha cambiato pelle, è diventato – per usare le parole del sindaco di Firenze – «un partito all’americana», dove «il timone è nelle mani di Pier Luigi, mentre io darò una mano». Niente più di un punto di partenza e anche di arrivo, perché chi è uscito sconfitto dalla sfida per la premiership accetta di collaborare con il candidato per Palazzo Chigi.

Un patto che cancella il vecchio Pd

Ma al tempo stesso il patto pone fine «alle vecchie saghe», alla stagione dei complotti che hanno dilaniato in passato il centrosinistra. «Mettermi contro Bersani sarebbe ridicolo», spiega Renzi. E non è (solo) per una questione di «credibilità e di lealtà» che si pone al fianco del segretario. C’è una evidente convergenza di interessi tra i due, tra chi cioè si gioca le proprie carte nei prossimi mesi e chi mira ad avere le stesse chance nei prossimi anni.

E’ pronto il passaggio di consegne

Perciò Bersani ha invitato a colazione il «rottamatore», che si è detto pronto a pagare il conto, «a patto che tu mi spieghi la metafora del tacchino sopra il tetto», pronunciata dal segretario del Pd durante il confronto in tv per le primarie. Davvero Renzi stenta a comprendere «il bersanese», tanto che più volte – durante la conversazione – ha dovuto interrompere l’interlocutore: «Aspetta Pier Luigi, scusami. Questa non l’ho capita».


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