Sabato, 27 aprile 2024 - ORE:05:09

Obama: i ricchi paghino le tasse come gli altri

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Ieri, durante il tradizionale discorso del presidente degli Stati Uniti sullo Stato dell’Unione, Barack Obama si è concentrato sui problemi economici del paese, sulla disoccupazione, e ha riproposto la “Buffett Tax”, che annullerebbe gli sgravi fiscali ai più ricchi voluti da Bush.

Vi ricordate questo Agosto, quando gli USA erano ad un passo dal default e Obama dichiarava che avrebbe trovato un accordo con i repubblicani (in maggioranza alla Camera),definendoli “i miei amici”, mentre lo speaker della Camera, l’ultraconservatore John Boeher, tuonava “Obama vuole l’assegno in bianco, non lo avrà mai!”? La situazione si risolse con l’accordo sull’innalzamento del tetto del debito, per quanto riguarda le riforme: niente di fatto, dai repubblicani blocco totale.

Quei tempi li, nei quali Obama era alla ricerca di un centrismo politico e di un dialogo con un’opposizione che non ne voleva sapere sono, almeno apparentemente cambiati. Durante il discorso al Campidoglio di ieri Obama non ha attaccato gli avversari, sarebbe stato inopportuno visto il momento istituzionale davanti alle camere riunite, ma ha riproposto l’annullamento degli sgravi fiscali ai ricchi, tema sul quale i repubblicani non vogliono neanche discutere, definendo la legge scritta da George H. W. Bush all’inizio degli anni Novanta “una necessità” per il paese.

La legge attualmente in vigore consente ai grandi investitori, che guadagnano più di un milione l’anno, di pagare meno tasse di un cittadino dal reddito medio. Questa legge è stata duramente contestata dal miliardario Warren Buffett, che è passato a definirla da “troppo generosa” ad “assurda”. Il fatto che fa scalpore è che la segretaria di Buffett paga più tasse di lui.

E’ dalla campagna elettorale del 2008 che Obama promette di abolire questa legge, creando grandi consensi nell’opinione pubblica, poi però, una volta eletto, non ha fatto molti passi in questa direzione, anche a causa del contrasto coi repubblicani che dopo il midterm, si sono ripresi la maggioranza alla Camera.

Obama l’altro ieri ha definito le elezioni di Novembre di questo anno una data “che cambierà il corso della storia” e ha parlato di una netta contrapposizione tra due visioni dell’America, una liberale, che punta all’equità sociale e alla fine dei privilegi per i ceti più ricchi, una conservatrice, che punta al mantenimento degli sgravi perché, seguendo la loro logica, i ricchi sono un modello da imitare, non da invidiare. Obama ieri ha citato anche ex-presidente Theodore Roosvelt, un repubblicano con ideali fortemente conservatori, che però durante la sua presidenza introdusse alcuni principi di solidarietà sociale, che permisero ai ceti più deboli di avere la loro parte di “torta” del sogno americano.

Obama mette dunque in guardia il popolo statunitense dagli ideali integralisti e radicali portati avanti dall’ultradestra del Tea Party, che avendo preso il controllo di buona parte del Partito Repubblicano, rischia di diventare una seria minaccia per il progresso di un paese che è considerato il massimo esempio di democrazia nel mondo.


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