Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:02:48

Nuovi passi per la riforma costituzionale

Boschi

Boschi

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Il mosaico renziano inizia a prendere forma dopo l’ok del Senato alla legge di revisione costituzionale Boschi, nonostante le tante critiche sull’azione del governo Renzi.

Il sole dopo la tempesta

Nelle scorse settimane, il rischio di una sgambetto al Governo era palpabile; la riforma costituzionale, approdata al Senato, portava con sé i rischi di una maggioranza risicata in questo ramo del Parlamento e i malumori interni al Partito Democratico e all’ala centrista, vera stampella dell’esecutivo. Il pallottoliere dei numeri era quotidianamente visionato e corretto, si temeva un affondo della riforma e con essa del Governo medesimo, sebbene Matteo Renzi e i suoi più stretti collaboratori abbiano sempre giocato d’astuzia, rassicurando la tenuta in ogni intervista rilasciata.
Adesso, tutte è rientrato, ieri, dopo alcuni momenti critici dei giorni scorsi in cui le votazioni evidenziavano una maggioranza risicatissima, il Senato ha approvato la lettura del testo con 179 sì.

I commenti a caldo

Renzi, come per le elezioni europee e l’approvazione della riforma del lavoro, ha mantenuto la calma e, soprattutto, i piedi per terra, limitandosi ad un risicato tweet e lasciando la scena ai suoi collaboratori, prima fra tutti Maria Elena Boschi il cui nome è legato al testo di revisione della Carta Costituzionale. Giunto l’ok dell’aula, il Ministro ha abbracciato la collega Giannini, ministro dell’istruzione, e ha ringraziato i suoi colleghi. Anna Finocchiaro si è detta contenta della ritrovata unità di partito.
Le opposizioni, invece, hanno preferito lasciare l’aula per dare un segnale forte al Governo e hanno criticato l’intervento in aula del già Presidente della Repubblica Napolitano, oramai senatore a vita, che, nel bene e nel male, ha diretto la regia della riforma sino agli albori della stessa. Berlusconi ha espresso parole dure tanto che Napolitano  ha riferito alla stampa che avrebbe le carte in regole per agire giudizialmente, ma, per pietà a un uomo ossessionato patologicamente (rivolto a Berlusconi), ha preferito lasciare perdere.

Le prossime mosse

Il testo dovrà ritornare alla Camera, ma, come prevede la Costituzione, occorrerà attendere tre mesi dall’ultima lettura. Alla fine della primavera, il testo dovrebbe essere approvato anche dalla Camera e, poi, Renzi punta tutto sul referendum popolare dell’ottobre 2016 con cui dare l’ok definitivo alla riforma. Visto che per il referendum si prevede un quorum sufficientemente alto, Renzi ha ordinato ai suoi stretti collaboratori di prevedere una capillare organizzazione rappresentata dai comitati del sì.


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