Sabato, 20 aprile 2024 - ORE:05:20

L’Italia, un paese affannato!

indifferenza

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Sono tanti gli argomenti che scottano nel calderone della politica, ma quello che, ahimè, emerge è un Paese sempre più affannato, un’Italia politica che non riesce più a tenere il passo.

Nonostante i positivi dati sulla crescita del nostro Pil, è stato registrato, infatti, uno +0,3% nel primo trimestre del 2015, non possiamo chiudere i battenti e riposarci sugli allori, perché tanto ancora deve essere fatto, ma la politica italiana sembra essere sempre più arrugginita.

Una campagna elettorale bufala!

La campagna elettorale per le prossime amministrative e regionali denota, ancora una volta, una chiusura politica al bene comune e un’apertura ipocrita agli interessi personali e a gare fra personalismi.

Prendiamo l’esempio della Puglia, dove il centrodestra, mancando un’idea di fondo di centrodestra, si trova frantumato tra Berlusconi da una parte e Raffaele Fitto dall’altra. È una lotta che non segna due politiche sociali differenti, contrasto che in ogni normale tornata elettorale dovrebbe esserci, ma una gara all’ultimo sangue tra chi ha e chi non ha, tra chi vale e chi non vale.

Passiamo alla Campania, dove la politica pensa solo al peso del voto e non alla onorabilità di coloro che dovranno assumere un servizio gravoso come quello politico. Sulla barca delle elezioni, infatti, sono saliti tutti,  impresentabili corrotti inclusi.

Passiamo al Veneto dove la lotta al voto, e non al bene comune, è tra il leghista Zaia e il l’ex leghista Tosi.

Emerge una politica che coglie l’occasione delle elezioni non per rinnovarsi, non per presentare idee diverse di realizzazione di bene comune, ma per gareggiare a chi è più forte.

Cosa ben più grave è che il cittadino, che potrebbe fare la differenza nel giorno in cui esercita l’arma pacifica del voto, dimentica di essersi lamentato, e, alla fine, sottosta alle logiche partitiche e alle lotte fratricide tra politici.

Un’incapacità di fondo

Assistiamo a una politica incapace e ad esperti chiamati a salvare il salvabile, ma che, invece, contribuiscono a fare affondare  la barca già in tempesta. Mi riferisco alla sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale quella parte della riforma Fornero che aveva previsto il blocco delle pensioni superiori a tre volte il minimo. Adesso occorre rimborsare un bel gruzzoletto che avrebbe potuto favorire la crescita in altri settori.

Il legislatore, politico o tecnico che sia, deve sempre agire con coscienza e consapevolezza, ma, ahimè, assistiamo a scelte riformatrici che sono tali solo nella forma, ma non nella sostanza, perché evidenziano, invece, una incapacità ad avere lungimiranza politica.

Così facendo, si corre il gravoso rischio di allontanare l’uomo-cittadino dalla realtà e alla fine? Si rischia di avere burattini e burattinai che, nell’anonimato del burattino, giostrano le fila a loro piacimento; gattopardianamente parlando, si cambia tutto per non cambiare nulla; vogliamo svegliarci una volta per tutte?

 


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