Giovedi, 28 marzo 2024 - ORE:00:03

Presidente della Repubblica, Marini scatta in pole position

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Quando sembrava ormai che per Amato fosse fatta, con uno scatto sul traguardo Marini l’ha bruciato: sarà proprio l’ex sindacalista cattolico che Pd, Pdl e Scelta Civica cercheranno di eleggere alle 10 di stamane, quando inizieranno le votazioni per il nuovo Presidente della Repubblica. Non è detto che il loro tentativo riesca. L’asticella è piazzata a quota 672 voti, e su Marini c’è già la fiera opposizione di Renzi, ribadita a sera con un piglio da capo-partito: «I nostri parlamentari», proprio così ha detto, «non lo voteranno, ve lo immaginate Marini al telefono con Obama? È un dispetto al Paese». Specie tra le fila dei democratici ci si attende una folla di «franchi tiratori», qualcuno anche nel Pdl e tra i montiani. Per cui, a chi ama i thrilling, si consiglia vivamente di seguire l’evento in diretta.

Già in mattinata potrebb arrivare l’annuncio

La scelta per il Colle è figlia di intensi contatti al telefono fra Bersani e Berlusconi i quali, dopo una giornata di dubbi e ripensamenti, alle 21 ne hanno reso edotti i rispettivi gruppi parlamentari. «Marini è una persona limpida e generosa, uno dei costruttori del centrosinistra legato al lavoro e al sociale», ne motiva la preferenza il segretario Pd. «Un buon nome, non rappresenta per noi una sconfitta», fa eco il Cavaliere, felice di essere tornato al centro di tutti i giochi. Però sbaglia chi immagina che dietro l’intesa vi sia già un «inciucio» sul futuro governo: a quanto risulta, nulla in proposito è stato chiarito, tutto resta ancora in grembo di Giove. Semplicemente ha prevalso nelle due «B» il timor panico della quarta votazione, quella in cui basterebbe (casomai ci si arrivasse) la maggioranza assoluta dei voti, perché a quel punto sarebbe Grillo a fare il bello e il cattivo tempo.

Mossa furba da parte di Grillo

Con una mossa da vecchio bucaniere, l’ex comico ha profittato del ritiro della Gabanelli e del secondo classificato nelle sue primarie on line, cioè Strada, per lanciare in pista il candidato meglio in grado di sconvolgere i pronostici: quel Rodotà che, oltre a essere fine giurista e vero intellettuale, ha di recente sottoscritto l’appello per dichiarare Berlusconi incompatibile e cacciarlo dal Parlamento. Possiede dunque il profilo giusto per mettere in crisi Vendola, che difatti sbanda vistosamente, e per rastrellare consensi tra le giovani leve parlamentari del Pd. «Meglio Rodotà di Marini», conviene Renzi. «Metterà tutti d’accordo», pregusta sfracelli Grillo. Maledizione biblica, invece, di Beppe nei confronti di Bersani: «Gargamella ha già deciso, invece delle quirinarie ha fatto le berlusconarie in cui hanno votato solo in due, lui e lo psico-nano… Candidano Valeria Marini… È il suicidio della Repubblica».


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