Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:16:43

Porcellum, la senti, ma non la conosci

porcellum

Loading...

Sicuramente saranno stati in molti a sentire il termine Porcellum, ma cosa vuol dire

Una delle leggi varate negli ultimi anni dal Parlamento italiano e senza dubbio più criticata per l’evidente inadeguatezza mostrata, è il cosiddetto Porcellum. Si tratta di una legge elettorale con la quale in sostanza si è andati a modificare il sistema elettorale italiano passandolo da un sistema maggioritario ad uno proporzionale. Ad ideare tale sistema fu l’esponente della Lega Nord, Roberto Calderoli il 21 dicembre 2005.

Lo stesso Calderoli qualche mese più tardi, resosi conto di come la legge da lui ideata non fosse per nulla adatta, in una famosa intervista la definì ‘una porcata’. Da questa affermazione prese poi spunto Giovanni Sartori ribattezzandola Porcellum. Dunque, una legge che trasversalmente viene considerata sciagurata per alcuni tratti caratteristici che si sono poi rivelati molto contraddittori e non in linea con il principio di sovranità del popolo nella scelta dei propri rappresentanti.

Vediamo nello specifico quali sono i principi che regolano il Porcellum:

• Sono stati aboliti i collegi uninominali.
• Non viene data all’elettore la possibilità di poter esprimere la preferenza per un singolo candidato in quanto si può votare soltanto per il partito che in secondo tempo decide quali siano gli esponenti da portare alla Camera oppure al Senato.
• Prevede un premio di maggioranza sia alla Camera che al Senato. Alla Camera consiste nel garantire alla coalizione che ottiene il maggior numero di voti, non conteggiando gli elettori residenti in Valle D’Aosta e all’Estero, un numero minimo di seggi pari a 340. Al Senato invece il premio viene dato regione per regione con la sola esclusione del Molise che, avendo un numero di votanti piuttosto basso, assegna soltanto due seggi. Il premio al Senato consiste nel garantire alla coalizione vincente in quella regione, almeno il 55% dei seggi. Ad esempio in Piemonte dove se ne assegnano 22, la coalizione vincente ne avrà diritto almeno ad 11.
• C’è l’obbligo per ogni partito o coalizione di indicare il proprio candidato con relativo programma.
• Hanno diritto ad essere rappresentate alla Camera tutte quelle coalizioni che superano la quota del 10% dei voti ottenuti. Se invece si tratta di un singolo partito non coalizzato, la soglia si abbassa al 4%. Al Senato la quota minima per le coalizioni è del 20% con inoltre i partiti che ne fanno parte devono raggiungere almeno il 3%. Per partiti non apparentati la soglia è del 4%.

Questa legge fu fortemente voluta dall’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il chiaro intento di utilizzata per la prima volta nelle elezioni politiche del 2006. Elezioni che però non andarono come il leader del Centro Destra prevedeva, giacché ci fu la vittoria della coalizione del Centro Sinistra con Romano Prodi, per circa 40 mila voti di differenza. In totale le elezioni basate su questo sistema elettorale sono soltanto due ed ossia quelle del 2006 e del 2008.


Pubblicato da:
Tempo stimato di lettura: 3 minutes, 46 seconds
Scrivi la tua opinione

Eccetto dove diversamente indicato, i contenuti di Studionews24 sono rilasciati sotto Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia License. Tutti i contenuti di Studionews24 possono quindi essere utilizzati a patto di citare sempre studionews24.com come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.studionews24.com oppure alla pagina dell'articolo. In nessun caso i contenuti di Studionews24.com possono essere utilizzati per scopi commerciali. Eventuali permessi ulteriori relativi all'utilizzo dei contenuti pubblicati possono essere richiesti a info@studionews24.com.