Sabato, 20 aprile 2024 - ORE:16:56

La politica sociale di Papa Francesco e il “me ne fotto” degli Stati

papa francesco

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Papa Francesco: azioni concrete per i meno abbienti

L’Elesimoneria Apostolica è l’organo Vaticano deputato a sostenere gli ultimi, i bisognosi, oltre a occuparsi di molte altre questioni. Con Papa Francesco l’organo ha moltiplicato le sue azioni concrete, tra queste: 200 mila euro per il pagamento delle bollette delle famiglie insolventi, evitando così lo sfratto, e la realizzazione di bagni e di docce per i clochard.

Il Papa ha voluto assicurare un sostegno umano, che non sia solo economico, a quelle persone che vivono le difficoltà, che vivono una vita a tempo, senza speranza e senza futuro. L’Elemosiniere, ossia l’uomo che gestisce l’organo apostolico, ribadisce la necessità di una Chiesa che, finalmente, faccia sentire la sua presenza umana, piuttosto che istituzionale, e allora, di fronte alla necessità di tanti bisognosi senza tetto, non si può portare la Parola del Signore solo a voce, ma occorre passare ai fatti. Si assicura pertanto, come vuole il Papa, l’apertura dei bagni e l’aggiunta delle docce.

Perché – continua l’Elemosiniere- non lo fa anche il sindaco Marino (sindaco di Roma ndr)?”

Mentre lo Stato preferisce voltarsi dall’altra parte

Fede e Chiesa a parte, qui si parla di un Papa che fa, eticamente, politica senza differenza alcuna. L’idea di bene collettivo, di un’unione sociale e di una comunione fra uomini è un’idea universale, un pilastro fondante per le Nazioni moderne e democratiche. Il Vaticano porta avanti una politica sociale che dovrebbe coinvolgere anche gli Stati che, invece, si preoccupano di un più e di un meno su uno schermo finanziario, creando confusione e destabilizzazione qualora gli indici siano negativi, e portano avanti la filosofia del “me ne fotto“.

Non credete che l’assurdità di quanto detto su sia evidente?

Come può uno Stato, collettività di uomini, preoccuparsi di inutilità e disinteressarsi degli uomini? Se la risposta del Papa, di fronte a tante esigenze, è stata umana, perché lo Stato preferisce la via della sordità?

Non si può accettare che la politica, portavoce degli interessi generali della collettività, sia imbrigliata nelle redini dell’economia o meglio della finanza, che si fa portavoce d’interessi particolari e individuali, disinteressandosi  delle esigenze comuni. Lo Stato, se è realmente comunità, valorizza ogni singolo cittadino perché è pietra essenziale nel mosaico sociale; senza quella pietruzza  non vi sarebbe alcun mosaico. Vivere la comunità vuol dire fare Politica con la P maiuscola, e non la politica dei personalismi. Il personalismo, a lungo a dare, scatena guerre e le guerre, badate bene, fanno perdere tutto ciò che la filosofia del personalismo ha portato.

Non si può parlare di lavoro, di scuola, di ambiente se si pensa solo a realizzare interessi di parte; non si può parlare di occupazione, di tecnologia se l’interesse è solo quello di favorire i noti e abbandonare il resto; non si può parlare di lotta all’immigrazione, di paura dello straniero se la politica fa il gioco della tre carte, scatenando così una guerra fra poveri. Occorre cambiare rotta, ora, ma occorre cambiarla tutti assieme. Proprio sull’immigrazione vorrei chiudere e v’invito a riflettere su questo pensiero:

C’erano un politico, un italiano e un immigrato. C’erano 30 biscotti , quindi 10 biscotti a testa, ma il politico se ne mangiò 29 e disse all’italiano: “Attento che l’immigrato ti ruba il tuo biscotto!”


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