Martedi, 23 aprile 2024 - ORE:09:42

Obama: Altri 4 anni alla Casa Bianca

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Ancora quattro anni di Barack Obama dunque. Gli americani hanno scelto per la riconferma del presidente in carica. La vittoria di Obama e’ stata netta sia nella somma dei voti di tutti gli stati sia per quanto riguarda i grandi elettori. Ricordiamo che negli Stati Uniti non basta avere la maggioranza dei voti, serve anche la maggioranza dei cosiddetti “grandi elettori” che rappresentano i vari stati in proporzione alla loro popolazione. I risultati finali di queste elezioni sono: 332 grandi elettori per i democratici e 206 per i repubblicani su 538 totali e 270 necessari per ottenere la maggioranza.

Vittoria netta dunque per Obama, che ora afferma: “Il meglio deve ancora venire, uniti possiamo farcela, è questa la forza del nostro grande paese, che va oltre le diversità: tutti insieme possiamo costruire il futuro”. Queste le parole di Obama, applauditissimo dai suoi fan a Chicago. Ma non è stata un’elezione priva di brividi, anzi. Alle 23:00 (ora italiana) è arrivata la notizia che in Ohio si erano verificati dei guasti alle macchine elettroniche elettorali.

Fox News ha subito mandato in onda la notizia della rimonta di Romney in quello stato. Polemiche da parte di tutto l’elettorato democratico che gia’ era nervoso per le notizie arrivate dalla Florida: nel quartiere afroamericano (in stragrande maggioranza democratico) sono scomparse oltre 2000 schede già firmate e in altri distretti (noti per la loro vicinanza ai democratici) le file dei cittadini ai seggi sono state bloccate dalla polizia. “Siete in troppi”, è stato il commento. Il governatore della Florida, repubblicano, ha commentato queste notizie snobbandole e affermando “non si sono mai verificati brogli in questo stato, tutto procede alla perfezione”. Queste parole hanno riportato ai democratici il ricordo delle elezioni del 2000, quelle nelle quali Bush andò alla Casa Bianca dopo tantissime polemiche, e accuse di brogli proprio nello stato chiave della Florida.

I repubblicani c’hanno provato fino all’ultimo, con ogni mezzo lecito (e illecito). Nel pomeriggio del giorno precendente il vice di Romney, Paul Ryan, ha provato con ogni mezzo a conquistare I voti degli estremisti religiosi della destra Americana con frasi molto forti: “se vince Obama sara’ la fine per I valori cristiani di famiglia e vita come noi la conosciamo, gli Stati Uniti diventeranno un paese islamico, non possiamo permetterlo!”, “l’aborto a seguito di stupro e’ un crimine intollerabile, non lo accetteremo mai!”, “I ceti piu’ deboli sono solo delle sanguisughe, basta tasse, basta concessioni statali ai ceti medio-bassi”. Romney intanto e’ volato in Ohio, stato chiave, per “accompagnare le persone indecise ai seggi” e “assicurmi che solo chi ha I documenti voti, come la legge prevede”. Ricordiamo che I democratici puntano molto sul voto dei latinos, ispanici e afroamericani, molti dei quali senza documenti, ma non per questo senza diritti, come sottolinea Obama.

La paura per il riconteggio per i democratici e la speranza per i repubblicani di rimontare si sono esaurite alle 5 di mattina (ora italiana): la Virginia è blu (democratici) al 50,8 contro il 47,8 rosso (repubblicani). Romney ammette la sconfitta e si congratula con Obama “gli auguro ogni bene, a lui e alla sua famiglia, prego per loro perchè possano governare al meglio questa nazione”. I risultati negli altri stati chiave premiano tutti Obama: Wisconsin 52,8 – 46,1 ; Pennsylvania 51,9 – 46,8 ; Ohio 50,1 – 48,2 ; perfino nel New Hampshire, dove Romney annunciò la sua candidatura, Obama prevale 52,1 – 46,7. Il risultato della Florida arriva a giochi gia’ fatti ma premia comunque Obama: 49,8 – 49,3.

Al Congresso le cose restano come prima, più o meno, maggioranza repubblicani alla Camera dei rappresentati, su 435 seggi in palio, 235 sono repubblicani, gli altri 200 democratici. Al Senato vittoria maggioranza ai democratici, 53 seggi contro 45, più 2 seggi occupati da indipendenti che votano coi democratici. Per quanto riguarda le elezioni dei Governatori tenutesi in 11 stati la vittoria dei democratici è netta 8 contro 3, malgrado la maggioranza dei Governatori siano repubblicani: 30 – 19, più uno indipendente nello stato di Rhode Island.


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