Sabato, 20 aprile 2024 - ORE:04:18

La scuola 2.0 di Giannini e Renzi

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Appena rientrato dalle vacanze estive, il Governo inizia a preparare  il cantiere delle riforme: dall’economia alla giustizia, dalle opere pubbliche alla scuola. Matteo Renzi annuncia che il 29 agosto sarà il giorno decisivo per il cambiamento, per presentarsi, poi, in Europa con le carte in regola. Intanto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini annuncia una vera rivoluzione per la scuola.

Le parole del Ministro: “Mai più supplenti!”

Molte sono state le riforme (i commenti se queste sono state tali o meno li lasciamo ai lettori) della scuola negli ultimi anni, ma mai nessuna sembrava prendere di petto l’annoso e gravoso problema del precariato.
Il Ministro Giannini detta le nuove linee, sebbene non lasci trapelare altro: no alle supplenze e maggiore merito. Le parole  sembrano annunciare il passaggio dall’organico di diritto a quello funzionale: con il primo, ogni anno  le cattedre sono distribuite secondo le iscrizioni, vengono assegnate le immissioni a ruolo, mentre i posti vacanti vanno alle supplenze, considerando anche che, a Settembre, il Ministero, calcolando le reali esigenze della scuola, affida altre cattedre a supplenti; con il secondo organico, quello funzionale, invece, si dovrebbe assegnare agli istituti dello stesso grado un determinato numero di docenti che tenga conto di tutte le esigenze scolastiche, quindi anche degli eventuali posti vacanti. Tutto ciò dovrebbe combattere il precariato, facilitando l’immissione a ruolo, visto che i docenti coprirebbero sia le normali ore di lezioni che le eventuali supplenze, lunghe o brevi che siano. I commenti ufficiali  e anche ironici del Ministro sono: “I supplenti non verranno eliminati fisicamente, aspettate e vedrete (…) Le supplenze sono dannose per chi le fa e per chi le riceve.

Parole d’ordine: merito e nuovi programmi didattici

Ancora una volta si parla di merito; l’obiettivo sarebbe quella di premiare la bravura nel mondo della scuola. Ancora non sono chiari i criteri di valutazione, ma con molta probabilità si terrà conto delle ore che l’insegnante trascorrerà negli istituti, considerando anche le funzioni assegnategli (ossia gli incarichi).
Annunciata la variazione dei programmi didattici, tenendo conto delle esigenze scolastiche nel nuovo millennio.
Come si muoverà il Governo? La strada sembra quella delle linee guida prima, della consultazione del Paese dopo e infine il varo legislativo definitivo.
Al momento gli annunci occupano tutte le prime pagine, occorre attendere qualche giorno per vedere se le parole si tradurranno in fatti.


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