Mercoledi, 24 aprile 2024 - ORE:22:52

“La Grande Incertezza” di Matteo Renzi

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(Nella foto sotto, Antonio Gentile). Nominati i vice-ministri e i sottosegretari, Matteo Renzi aveva avuto l’impressione di poter avviare il suo cammino, celere peraltro, per cambiare verso all’Italia, ma così non è stato. Le incertezze del Governo si fanno sempre più evidenti.

 Il casus belli di Matteo Renzi: Antonio Gentile

Molti hanno criticato la nomina di figure legate al mondo berlusconiano, tanto che si è gridato all’alleanza sotto banco. Il casus belli che, però, sta infuocando le ultime ore, riguarda la nomina del senatore Antonio Gentile, alfaniano di ferro,  a sottosegretario dei trasporti.

Il calabrese Gentile, eletto col Pdl e passato, poi, con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, avrebbe fatto pressione al giornale L’Ora della Calabria il cui giovane editore, Alfredo Citrigno, stava per pubblicare un pezzo sulle consulenze d’oro della sanità calabrese in cui risulta coinvolto il figlio del senatore. Il giornale, poi, non è stato stampato, ma, come fosse un boomerang, la notizia è balzata sulle cronache nazionali. L’addetto alla stampa, Umberto De Rose, dichiara che vi sono state solo delle problematiche tecniche e non si è registrata alcuna pressione, ma un’intercettazione sembra contraddirlo. De Rose, infatti, aveva chiamato Citrigno, pregandolo di non mandare alla stampa la notizia e di adeguarsi alla linea degli altri giornali locali che, come se nulla fosse, continuavano a tacere. Adesso, però, in nome della buona politica, si chiedono le dimissioni del sottosegretario che, intervenuto a riguardo, smentisce ogni suo intervento in merito, affermando che contro di lui si è mossa la solita macchina del fango. Intanto Beppe Grillo, con un tweet, ha chiesto le dimissioni ed ha anche presentato le azioni del M5S sulla vicenda. (Se vuoi leggere di più sul Movimento clicca qui)

tweet

Gli onorevoli grillini, infatti, hanno presentato una mozione di sfiducia. Renzi continua a non intervenire, ma attende, sicuramente, una mossa dello stesso Ncd che, però, si mostra compatto e contrario alle dimissioni.

“La Grande Incertezza” di Renzi? L’italicum

Nell’ultimo giorno per presentare gli emendamenti alla Camera sulla legge elettorale, molti gli spettri che si presentano al Presidente del Consiglio Renzi. Se da un lato Forza Italia preme affinché si passi all’approvazione del testo senza se e senza ma, i partiti minori e parte del Pd frenano, facendo quadrato sul noto emendamento Lauricella che vincola l’entrata in vigore della legge solo dopo la riforma del Senato. Matteo Renzi, per evitare ripercussioni sulla tenuta della maggioranza, sembra prospettare una terza via: evitare l’emendamento Lauricella, approvando l’italicum solo per la Camera e, qualora non si riuscisse a riformare ed eliminare il Senato, per questo continuerebbe a vigere la legge elettorale uscita dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale. Renato Brunetta, però, seccato sulla vicenda, interviene, giudicando un’assurdità la via renziana, paragonata all’interminabile tela di Penelope.


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