Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:11:21

L’incontro tra Renzi e Grillo sembra il gioco delle parti

incontro tra renzi e grillo

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Incontro tra Renzi e Grillo: più un gioco di ruoli tra il buono e il cattivo che un dialogo serio

L’argomentazione di Renzi non parte col piede sbagliato, precisa subito che in questo incontro non ha nessuna intenzione di chiedere alcun accordo vecchio stile, quindi voto di fiducia o un governo di collaborazione a grandi linee. Grillo invece si dimostra sin da subito inspiegabilmente agitato e cerca di interrompere a più riprese i punti di Renzi con delle provocazioni che da lui forse ci si aspettava anche.
Ma il punto è che sia Grillo che Renzi non fanno una bella figura di fronte a milioni di spettatori in streaming.

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E’ doveroso precisare che questo incontro oltre ad essere privo di contenuti, non ha significato niente se non una gran perdita di tempo per dare spettacolo (in negativo) della nostra politica già fragile. I due politici si sono semplicemente scambiati una serie di offese reciproche che non fanno altro che nuocere all’immagine di entrambi. In negativo per Grillo e leggermente in positivo per Renzi.

E vi spiego il perché:

Grillo ha dimostrato la sua vena antidemocratica interrompendo di continuo il dialogo con affermazioni ripetute di discutibile contenuto. Per esempio Matteo Renzi non ha ancora fatto alcun decreto legge dato che ancora non ha messo piede in aula, eppure Grillo sostiene a più riprese che Renzi abbia fatto decreti legge per i propri comodi e che rappresenta la vecchia politica, facendo riferimento esplicito a De Benedetti, editore della Repubblica. Al massimo possono essere contestate le modalità di passaggio del testimone con le repentine dimissioni di Letta, ma non era questa la circostanza adatta per fare sproloqui. L’incontro serviva per mettere in chiaro i punti per i prossimi 4 mesi di governo.

Intendiamoci. Grillo non è uno sciocco, pochi giorni fa è uscita la notizia delle rivelazioni dell’ex ministro Barca riguardo l’influenza dell’attuale editore della Repubblica nella politica renziana. Nonchè sono venute fuori tanti temi caldi, come per esempio l’idea che il governo di Renzi sia un governo che non sa dove sbattere la testa, privo di idee e che va avanti solo grazie a degli slogan che ispirano semplicità ma dicono ben poco dei veri obiettivi concreti di cui ci sarebbe bisogno. Grillo non ha fatto altro che ribadire questo in maniera alquanto confusionaria. La veemenza con cui Grillo ha sostenuto le sue opinioni senza lasciar parlare il neo Capo del Governo non era casuale. Grillo si è creato un personaggio, colui che protesta e difende la parte della popolazione senza voce, quella parte che è anche molto arrabbiata da tempo con la politica italiana. Chi ha sostenuto e sostiene Grillo può aver apprezzato la reazione del leader perché è così che ci si aspetta che reagisca davanti ad un avversario. Beppe oggettivamente avrà anche fatto un autogoal da dilettante, ma per una buona fetta del suo “popolo” (leggi frequentatori assidui del blog e seguaci) forse la stima nei suoi confronti si è rafforzata maggiormente dopo che ha “dato una bella lezione a quel neofita di Renzi”.

L’incontro ha il sapore della manovra mediatica

Renzi ha sfruttato a proprio vantaggio questo incontro. Non si è mai visto in questi ultimi 2 anni un Renzi così calmo e quieto nonostante le palesi provocazioni del leader del M5S.
L’escandescenza di Renzi la possiamo vedere negli infiniti dibattiti in cui l’ex sindaco di Firenze non si è mai tirato indietro per imporre la propria opinione e per sferzare una dialettica forbita (e furbetta)contro gli avversari politici.
Quindi sorge un dubbio: sarebbe così strano pensare che sia stata una strategia mediatica già calcolata? Magari per mettere in cattiva luce un Grillo che non fa che sparlare sull’avversario e blaterare quelle 4 accuse puntando poi su un sarcasmo (un po’ scadente) della solita solfa “Tu Matteo sei giovane e io ho 40 anni di esperienza sul groppone“.

Alla fine dei conti questo non è stato un dialogo tra politici maturi, bensì un gioco dei ruoli. Renzi ha fatto più bella figura con i suoi toni moderati e facendosi mestamente sovrastare dal “cattivo” Grillo, verrà palesemente additato dai media come il “buono” della situazione.
Renzi forse, in cuor suo, da buon stratega politico sa di aver ristabilito gli equilibri dopo lo scandalo della telefonata del finto Vendola e le rivelazioni di Fabrizio Barca, riprendendosi così una piccola rivincita.


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