Giovedi, 25 aprile 2024 - ORE:19:41

Il Pd cambia, Bye Bye Bersani, in arrivo Renzi o Barca

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Si fa piu’ affollata, almeno in teoria, la cerchia di quanti aspirano alla leadership della sinistra. Il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, ospite della tv del Fatto Quotidiano, si è detto infatti disponibile ad aprire una riflessione sul futuro del Partito democratico: «Il Pd è l’unico partito del cambiamento che c’è in Italia. Il Pd è il partito a cui una persona di sinistra come me guarda». «Io in questo momento non sono iscritto a nessun partito – ha chiarito il ministro, figlio di un noto esponente del Pci – sottolineando poi che «non ci può essere un buon governo di questo Paese senza la ricostruzione di un partito che incalzi lo Stato e ricompatti la società».

Sta per nascere un nuovo “Manifesto politico”

Ancora più concreto, in vista di una sua possibile candidatura ad un ruolo di punta nel Pd, a questo punto praticamente certa, l’annuncio della prossima pubblicazione di un “manifesto” politico. «Mi auguro di riuscire a mettere insieme e a giustificare le affermazioni che ho fatto in questi sedici mesi in cui ho detto che serve un partito. Spero di poter corrispondere con uno scritto che abbia la dignità di essere letto», ha concluso Barca.

Nell’analisi di Barca, il fatto che oggi il Pd risulta spaccato in due tra renziani e vecchia guardia: «Credo che dal pantano in cui sta il nostro Paese, non solo sociale ed economico ma prima di tutto culturale» si può uscire «solo se riparte un’operazione di squadra». «Abbiamo avuto troppi Orazi e Curiazi in questo Paese», ha concluso il ministro.

L’obiettivo di Orfini è il partito unico

A rendere ancora più complesso il quadro politico in casa dei democrats arriva poi la proposta, lanciata in una intervista al Manifesto dal bersaniano e responsabile cultura del Pd, Matteo Orfini, per arrivare ad una confluenza in un unico partito di Pd e Sel: “Non ha più senso mantenere le divisioni di una volta”.

Le “due sinistre” riconoscono nel campo dei socialisti e democratici europei un punto di riferimento: possiamo ragionare su qualcosa di nuovo che unisca le sinistre e costruisca un rapporto con quelle forze che hanno vinto fuori dagli schemi tradizionali, da De Magistris a Pisapia a tutto quel mondo civico che gira intorno al centrosinistra? È l’occasione del prossimo congresso del Pd: anzichè una conta fra aspiranti leader, facciamone un momento in cui sanare la frattura della sinistra e contribuire a offrire al paese qualcosa di nuovo, forte, credibile.


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