Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:11:43

Il PD ancora sull’Italicum, e l’Italia?

Assemblea Nazionale PD

italicum 2015-Assemblea Nazionale PD

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Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 14-06-2014

Ancora una volta il Partito Democratico riunisce la Direzione per esprimersi sull’italicum, la legge elettorale frutto dell’ormai defunto Patto del Nazareno: il patto che siglò l’accordo tra Berlusconi e Renzi.

Piccola riflessione: Forse l’Italia ha tante altre necessità, in questo momento.

Una nuova Direzione PD, perché?

La minoranza ha sempre manifestato qualche perplessità sulla struttura della riforma, concordata con Berlusconi, ma ora, visto che quest’ultimo ha sconfessato il Patto del Nazareno, la minoranza vorrebbe apportare delle modifiche, ma i renziani, e in primis Matteo Renzi, non ci stanno.

Dibattito accesso e sebbene passi la linea del Presidente del Consiglio, ossia 120 sì su 170 aventi diritto, emerge una profonda spaccatura che potrà ri-emergere in Parlamento dove la minoranza è maggioranza, ossia i renziani sono maggiormente presenti nella Direzione del PD che negli scranni parlamentari.

Renzi: “Spero sia l’ultima direzione sul tema!”

Il Presidente Renzi non vuole altre Direzioni PD a riguardo, considera immodificabile il progetto di riforma e aggiunge: “È una questione di dignità e, poi, sarebbe inimmaginabile adesso bloccare la fiducia che cresce in Italia”. La minoranza, dal canto suo, dice di non voler stravolgere il progetto di riforma, ma vorrebbe solo apportare leggere modifiche per ricompattare il Partito, anche a costo di allungare i tempi visto che se si approvasse il testo così com’è, diventerebbe legge, mentre se si apportassero delle modifiche, dovrebbe ritornare in Senato.

Alla fine della Direzione, la minoranza non ha votato, nel frattempo, però, si è decisa la tempistica da seguire: il 27 aprile si va in aula, a maggio si chiude la partita.

E il resto? Alla malora!

Sembrerebbe che tutti i problemi dell’Italia si aprano e ci chiudano con la legge elettorale, ma in realtà l’Italia ha necessità di un cambiamento radicale, di riforme strutturali serie, importanti e, sopratutto, riguardanti i nodi centrali del nostro Paese, primo fra tutti la corruzione.

L’Instat, poi, ha appena pubblicato il nuovo bollettino sulla disoccupazione e le notizie non sono così rosee: a febbraio, si arriva al 12,7 %, mentre la disoccupazione giovanile tocca il 42,6%.

Il centrosinistra si spacca sulla legge elettorale, Landini crea la coalizione sociale, il centrodestra non sa che pesci pigliare, non avendo una guida unica: Berlusconi, sebbene la sua possibile candidatura a Sindaco di Milano, deve affrontare le beghe interne al partito, Salvini sfrutta l’onda del catastrofismo e Area Popolare (Alfano e Casini) cerca di sopravvivere.

Nel 1992, la gente, visto lo scoppio di Tantentopoli, s’indignò, adesso gli scandali sono all’ordine del giorno e non fanno più scalpore, ma l’etica dove è finita?


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