Giovedi, 18 aprile 2024 - ORE:16:33

Il 25 maggio andiamo a votare!

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Oggi vorrei offrirvi delle considerazioni brevi, ma importanti, circa il voto europeo del 25 maggio prossimo. Preferisco, infatti, lasciare il nostro solito appuntamento circa le ultime notizie politiche e vorrei, invece, invitarvi a prendere sul serio qualsiasi appuntamento elettorale.

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Il poter votare è stata una conquista

Non vorrei tanto portarla sull’aspetto storico, ma il voto, che adesso  snobbiamo forse per rabbia, forse per indignazione, è il risultato sanguinoso di un cammino lungo durato millenni. Pensate che in nessun momento storico antecedente al XX secolo qualsiasi cittadino ha avuto la possibilità di esprimersi circa la conduzione politica del proprio Paese, eccezione fatta per chi avesse i requisiti economici e sessuali. Il voto è stato, e continua ad essere, il risultato di lunghe lotte che, ahimè, hanno visto sparso molto sangue. Ritengo importante andare a votare, per onorare la grande vittoria democratica raggiunta dall’uomo pochi anni fa. Pensate che ancora tanto si deve fare, molti sono ancora i Paesi che, infatti, non hanno liberalizzato il voto.

Il voto è l’unico strumento, a disposizione del cittadino, che permette il vero cambiamento. Le idee politiche, infatti, devono trovare un’attuazione, ma per essere realizzate è necessario individuarle. Come fare? Il voto permette, infatti, al cittadino d’indicare l’indirizzo che in quel momento storico si vuole dare alla politica. Diciamo allora che il voto diventa la benzina della macchina politica; la macchina c’è, ma se non c’è la benzina, l’auto non parte e, badate che l’immobilismo porta la macchina ad ammalarsi. Ecco, votiamo allora per far ripartire la politica; quando la politica non risponde, è il voto a dare il segnale del cambiamento.

Se ci lamentiamo di una politica marcia, forse dovremmo puntare lo sguardo sulla società. La politica, infatti, è sempre una rappresentanza della società; ben comprendiamo che se la politica è sporca, la società è anch’essa tale. Allora occorre ripartire da noi cittadini e, cosa importante, imparare dai bravi maestri. Chi sono costoro? Oggi è l’anniversario di morte di Giovanni Falcone e penso che il bravo maestro è colui che vive ciò che insegna, allora Falcone e Borsellino sono stati ottimi insegnanti. Vi lascio allora con questo invito: andiamo a votare… per essere protagonisti della vita sociale.


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