Giovedi, 25 aprile 2024 - ORE:13:38

Gaffe, risate e dichiarazioni anti-euro. Cameron al Letterman Show

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Poteva essere un’intervista come molte altre, di quelle che conosciamo bene in Italia: poche domande, qualche dato in percentuale, commenti sulla crisi e i soliti posti di lavoro promessi e garantiti nella precedente campagna elettorale. Così si sarebbe svolta a Porta a Porta o in altri talk show da noi ben conosciuti l’intervista al Primo Ministro inglese Cameron: una celebrazione di politichese e davvero poco show. Questo però non rientra nello stile di David Letterman che ha fatto decisamente suo lo spirito libero ed irriverente americano.

La Gaffe. Tutto comincia con un’entrata trionfale del Primo Ministro inglese nello studio celeberrimo del Letterman show. Il conduttore gli stringe la mano e lo fa accomodare sulla solita poltroncina bianca, la stessa su cui si sono seduti più di centinaia di uomini e donne famose, tra cui qualche italiano come Roberto Benigni, ben consapevoli di ciò che sarebbe capitato loro da lì a poco. Tuttavia per Cameron deve essere davvero un’esperienza nuova e la sua apparente calma e serenità si trasforma presto in evidente imbarazzo. Il premier inglese inizia con un lieve accenno all’attentato alle ambasciate americane nei paesi islamici, ma Letterman da bruscamente una sterzata alla conversazione con una semplice richiesta: “Posso farle delle domande stupide americane?”. Cameron è segnato. Gli viene chiesto chi è l’autore della ballata “Rule Britannia”, celebre canto patriottico di James Thomson nonché considerato forse la marcia più famosa del Regno Unito. Cameron però canna decisamente la risposta tentando con un Sir Edward William Elgar, compositore inglese di età romantica. Poi è la volta della Carta Magna, tradotta furbamente da Letterman come “Grande Mappa” invece che correttamente “Grande Legge”. Ma Cameron non replica e per poco sbaglia anche il luogo e la data di stesura del documento inglese. Dopo la pubblicità Letterman rivela senza trattenere un sorriso i risultati del test e Cameron comincia ad arrossire.

La crisi e l’euro. Conclusa questa breve introduzione storica, l’intervista si fa più interessante e tra piccole immancabili battute e ironia americana, Cameron rivela le proprie impressioni sulla crisi economica e sull’euro. La depressione finanziaria che vivono nel Regno Unito è molto simile a quella che sconvolge ormai da molti anni a questa parte l’intero pianeta, tuttavia non è del tutto identica. La scelta di non acquisire l’euro come moneta nazionale ha giovato grandemente all’economia inglese e il confronto che emerge con i cugini Irlandesi sembra dare ragione a Cameron. L’idea di entrare a far parte di un’economia europea unita senza avere uno stato centrale in grado di governarla è impensabile per l’Inghilterra. L’esempio calzante sono gli Stati Uniti d’America che al contrario dell’Europa governano su una federazione di stati molto distinti tra loro ma uniti da un unico organo di controllo sia politico che finanziario. L’Europa al suo interno contiene troppe diversità, commenta il Primo Ministro, ed è stato un errore conciliarle dal punto di vista economico prima che politico.

Tagli. Nonostante questa riflessione, Cameron ammette comunque di aver riscosso impopolarità nel suo paese, causa i grandi tagli che ha dovuto per necessità operare nel settore pubblico. Letterman allora interviene con un accenno alla campagna elettorale che sia democratici che repubblicani stanno portando avanti in questi mesi in America e chiede al ministro inglese un parere sugli altissimi costi che questa sta comportando ad entrambe le fazioni politiche (più di 3 miliardi di dollari). Cameron risponde che per la sua campagna elettorale aveva un budget di 150 mila sterlina oltre il quale non gli è stato permesso spendere, inoltre nel Regno Unito non è permesso ai politici di intervenire in televisione, il che diminuisce ulteriormente i costi.

Ed è qui che per la prima volta strappa dalla platea un sincero applauso, un indizio positivo che ci lascia comunque intendere il modesto apprezzamento nei suoi confronti da parte del pubblico americano. Nonostante le gaffe e le lacune scolastiche, Cameron ha saputo reagire più volte con slancio alle frecciatine maliziose di David Letterman, dando anche risalto al suo patriottismo e al grande risultato ottenuto dal suo paese dopo le recenti olimpiadi e paralimpiadi. Gli Inglesi di certo sulla vicenda non si dimostreranno clementi, tuttavia noi Italiani potremmo invece osservare quanto ci sia di sorprendente e positivo nel vedere un primo ministro straniero interrogato in un talk show in questo modo e che il tutto si dimostri non programmato.


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