Venerdi, 19 aprile 2024 - ORE:16:38

Finalmente pronto il decreto per i debiti dello Stato

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Prima alle imprese, ovviamente partendo dalle fatture più vecchie, poi le banche. Dopo il via libera arrivato ieri pomeriggio a tempo di record dal Parlamento, il decreto che sblocca 40 miliardi di pagamenti arretrati della pubblica amministrazione è pronto. Ed il consiglio dei ministri è convocato per questa mattina alle 10 per il varo definitivo.

E’ giunto il momento di sbloccare questi crediti

Per ridare fiato all’economia e cercare di risollevare la sorte di migliaia di aziende a rischio asfissia (225 mila sono le imprese che vantano crediti nei confronti della Pa secondo le stime di Unimpresa, con un arretrato medio di 422 mila euro ciascuna) il governo agirà manovrando più leve.

La prima mossa prevede un allentamento del patto di stabilità interno per consentire a Comuni e Regioni di poter spendere immediatamente sino ad un massimo di 5 miliardi di euro che hanno in cassa (ma l’Anci, che oggi sarà ricevuta a Palazzo Chigi, ne chiedeva 8-9 solo per i comuni). Quindi per assicurare la liquidità di pagamenti certi ed esigibili verrà istituito un nuovo fondo destinato alle amministrazioni con scarse risorse in cassa.

Per le Regioni che utilizzano questi anticipi, cosa che non farà piacere ai contribuenti, è anche prevista la possibilità di aumentare già da quest’anno l’addizionale Irpef. E poi c’è l’obbligo per tutti gli enti di registrarsi sulla piattaforma elettronica del Tesoro per la gestione online del rilascio delle certificazioni, entro 20 giorni dall’entrata in vigore del decreto, pena una multa ai dirigenti di 100 euro per ogni giorno di ritardo.

Il primo obiettivo è liquidare 20 miliardi di crediti

L’impegno del governo, d’intesa con la Ue, come è noto è quello di liquidare 20 miliardi di crediti pregressi nel 2013 e altri 20 nel 2014 reperendo risorse per lo più «mediante emissioni di titoli di Stato». In dettaglio 19 miliardi andranno a Comuni e Province, la sanità ne riceverà 14 mentre lo Stato avrà 7 miliardi spalmati su due anni.

Il governo ieri, col ministro dell’Economia Grilli, ha assicurato «tempi brevissimi» ribadendo però che il limite di indebitamento al 2,9% del Pil verrà assolutamente «salvaguardato» perché la soglia del 3% «è invalicabile».


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